“Naso” non si nasce, si diventa
Il “naso” sa ricordare oltre tremila materie prime – naturali, di sintesi o riproduzioni -, sa sceglierle e dosarle per ottenere l’effetto desiderato, sia per produrre la profumeria alcoolica, sia per le fragranze da inserire nei cosmetici o nei detersivi.
L’arte si impara “a bottega”, ossia affiancando un naso durante il suo lavoro, e attraverso un corso di formazione presso accademie specializzate e/o aziende profumiere (info:
Come si crea un profumo
Si parte da un’idea astratta, una visione e, seguendo istinto e sensibilità, il profumiere comincia a dosare le materie prime. La base di partenza è sempre la natura, anche se le molecole di sintesi sono divenute una parte importante.
Le molecole naturali. Si estraggono da legni, fiori, radici, frutti, semi, erbe aromatiche con diverse tecniche, alcune molto antiche, come l’infusione, l’enflurage (estrazione a freddo), la distillazione, ecc. Altre tecniche innovative come l’Head Space e l’Aquaspace consentono di catturare il profumo di piante rare vive o gli odori sprigionati da una cascata, dall’acqua marina e così via. In passato venivano utilizzati anche odori provenienti dalle secrezioni ghiandolari di animali, come l’ambra grigia che proviene dalle concrezioni intestinali del capodoglio, oggi sostituite da molecole di sintesi.
Le molecole di sintesi. Non sono una riproduzione economica della natura, anche se a volte la “copiano”, ma sostanze odorose originali, con una forte identità. Qualche esempio? Le aldeidi, le molecole marine, i muschi bianchi.